“Quando è giusto usare / studiare le scale modali con la chitarra?”

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Cerchiamo di fare finalmente un po’ di chiarezza riguardo ai famosi “modi”, o scale modali.

Dico finalmente perché le persone che mi hanno chiesto chiarimenti su questo sono tantissime, e ciò dimostra che l’argomento è davvero avvolto da tanta nebbia.

Sarò chiaro da subito: questo NON è l’articolo che ti spiega che ci sono sette scale, derivate da altrettanti accordi, con i loro nomi esotici, ecc, ecc.

Di quegli articoli e video ne è pieno il web e il risultato, appunto, è che la gente non ci ha capito quasi niente.

Questo è l’articolo che vuole rispondere in maniera più semplicemente possibile alla domanda:

 

 

“Ma cosa ci devo fare io dunque, con le scale modali?”

 

E per dare la risposta passeremo attraverso una serie di altre domande o luoghi comuni, spesso da sfatare. Vediamo quali.

 

  • Se ho 4 accordi (es. REm, SOL7, DO, LAm), devo usare 4 scale diverse?

No! Questo è il primo grande misunderstanding.

Quando suono o improvviso, io non devo cambiare scala per ogni accordo, a meno che non sia strettamente necessario. I quattro accordi citati sono legati da qualcosa che li accomuna, cioè un legame di tonalità. Sono tutti accordi diatonici (appartenenti) alla tonalità di DO maggiore, e pertanto io dovrò usare una scala di DO maggiore.

E’ evidente che se stiamo parlando a musicisti esperti, questi possano poi arricchire, variare, integrare con infinite altre soluzioni, ma la scala di pertinenza, di partenza, è una.

 

  • Ma quindi ho 4 accordi, devo suonare allo stesso modo su tutti?

 

Ni. Ribadiamo che se i 4 accordi sono accomunati da un legame di tonalità la scala da usare è una. E’ anche vero che ad un livello successivo sarà utile imparare a trattare in maniera diversa i vari accordi, avendo cura di gestire le risoluzioni e gli appoggi sulle note che compongono gli stessi. Ma questo ha molto più a che fare con uno sviluppo melodico e di orecchio, o con lo studio delle triadi e del rapporto tra triadi e scale, piuttosto che con le scale modali.

  • Voglio iniziare a studiare delle scale sulla chitarra, può essere una buona idea partire dalle modali?

No! Le scale modali sono scale derivate da altre scale (maggiori, minori, ecc.). Non ha nessun senso partire dalle scale modali quando non si conoscono in maniera più che consolidata le altre scale! Avere un buon controllo delle scale maggiori/minori e pentatoniche può richiedere moltissimo tempo, prima di pensare alle scale modali dedicati a quello!

In più aggiungiamo che la stragrande maggioranza dei chitarristi che più amiamo ha costruito la carriera senza imbattersi nell’approccio modale (fatto salvo per l’universo del jazz, fusion, e alcuni rockers dal piglio più sperimentale).

  • Quando è dunque appropriato l’uso di queste scale?

Semplificando diamo due casistiche:

 

1)  Quando siamo su un territorio dove la modulazione (cambio tonalità) è frequente. O meglio quando in uno stesso brano si presentano diverse aree tonali. Questo accade tipicamente nel jazz. Chi vuole andare in questa direzione con lo studio farà bene senz’altro a darsi un’infarinatura, ma comunque non prima di aver assimilato tutto quanto c’è in precedenza.

2)  Quando siamo su territori mono-accordo (o con un paio di accordi) ai quali vogliamo dare un “colore” particolare

Steve VaiAd esempio su un Do maggiore posso sperimentare che tipo di sonorità emerge dall’uso della scala lidia, o mixolidia, a seconda del contesto.  Questo è l’espediente che usano chitarristi come Steve Vai, ma sottolineare quanto questi musicisti conoscano le fondamenta delle semplici scale maggiori credo sia superfluo..

 

 

 

  • Altri Consigli sulle scale modali, che possono essere dati?

 

Come avrai capito il consiglio fondamentale è quello di non fare il passo più lungo della gamba, di non voler correre se non sai ancora camminare perfettamente. Se sei un principiante, o comunque non hai ancora una conoscenza totale in fatto di scale maggiori, pentatoniche, minori armoniche, è da folli buttarsi a caso nel mondo delle scale modali. E’ proprio così che si genera confusione, e ci si deprime.

Un ultimo consiglio che ti voglio dare è di lavorare sul tuo orecchio, sempre e comunque. I grandi chitarristi che utilizzano l’approccio modale hanno interiorizzato il suono di tutti i tipi di scale. Se vuoi avvicinarti alla scale modali, piuttosto che metterti a farle sulla chitarra per 8 ore al giorno, cerca di abituarti a sentirne il suono, a cantarle, a riconoscerle. Questo è un ottimo modo per essere preparati al successivo studio sullo strumento.

Sul fronte teorico ti consiglio queste due risorse, per mettere le basi correttamente

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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