Uno degli errori più grossi che si possano commettere studiando la chitarra (o qualsiasi altro strumento) è tralasciare lo sviluppo delle capacità di orecchio. Non ha infatti alcun senso allenare le proprie mani, diventare bravissimi sotto il profilo strettamente manuale e avere un orecchio sottosviluppato o atrofizzato. Sia per chi aspira al professionismo in musica, sia per chi strimpella a livello amatoriale l’orecchio è una capacità imprescindibile, che tra l’altro divide in due grandi categorie, chi è preparato e chi non lo è, ponendo i primi su un gradino più alto in una condizione di grande privilegio.

Nonostante questi dati di fatto, nonostante il diffondersi della cultura musicale,  la lacuna di orecchio rimane statisticamente una delle più diffuse, io lo rilevo chiaramente tra i miei allievi nell’arco di quindici anni di esperienza.
Quanti chitarristi ho visto riuscire a fare cose mirabolanti in questi anni! Ma alla domanda “saresti in grado di trovare, di “tirare giù” ad orecchio gli accordi di quella canzoncina?” la risposta in moltissimi casi è un dolente “no”.
Venendo a noi, abbiamo capito che è importante correre ai ripari e iniziare subito a lavorare sul nostro orecchio. Ma come fare, che percorso seguire e quali strumenti utilizzare?
Ora ti suggerisco un’ipotetica scaletta di lavoro, che ti permetterà di migliorarti gradualmente.

Segui questi passi, in questo esatto ordine:

  1. Altezza delle note: Individuare a orecchio note più gravi o più acute, moti ascendenti o discendenti.
  2. Trovare singole note sull strumento: Esercitarsi nel trovare a orecchio note sulla tastiera della chitarra.
  3. Trovare melodie: Ricostruire semplici melodie sulla chitarra (es. fra martino, jingle bells, ecc)
  4. Scala maggiore: saper cantare e riconoscere una scala maggiore e i suoi gradi.
  5. Accordi, triadi: distinguere dapprima accordi maggiori da accordi minori, poi settime e altre costruzioni.
  6. Prime cadenze: saper riconoscere semplici strutture armoniche, ad esempio risoluzione da accordo di dominante a tonica. Da qui in avanti serve il supporto di conoscenze teoriche parallele al lavoro di orecchio.
  7. Analisi armonche: riconoscere a orecchio qualsiasi tipo di struttura armonica anche complessa.

Seguendo questi passaggi (che sicuramente costituiscono una semplificazione, nell’universo della didattica musicale) in questo ordine esatto, arriverai alla capacità di ascoltare la musica in un modo nuovo, capendo passo per passo quello che sta succedendo armonicamente, e accantonando l’approccio, limitante, dell’imparare a memoria gli accordi.
Onestamente fare tutto questo da soli non è semplice, potresti aver bisogno di due cose: un insegnante che ti guidi nel percorso e dei materiali o un software specifico per l’educazione dell’orecchio.
Attenzione al primo dei due elementi, non tutti gli insegnanti sono preparati sull’argomento! Quindi se stai cercando un valido insegnante sincerati che, oltre a tutti gli esercizi di tecnica chitarristica, abbia un adeguato percorso di ear training all’interno della sua didattica,
Per quanto riguarda la seconda questione, esistono molti software che fanno al caso nostro, io te ne consiglio uno gratuito che fa un lavoro eccellente: Gnu Solfege. Questo programma, disponibile per Windows, Mac e Linux, propone una vastissima gamma di esercizi, a coprire (quasi) tutto quello che è necessario padroneggiare.
Uso queso software da anni, e gli riconosco  soltanto un unico piccolo difetto, quello di non dare un ordine chiaro con cui affrontare le decine di esercizi proposti.  

 

 

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