21/07/2014 – STRUMENTAZIONE DEI GRANDI CHITARRISTI: ERIC CLAPTON ANNI ’60

Caro/a Guitar-nauta, 

forse non tutti sanno che, nonostante l’immagine del Clapton più recente sia indiscutibilemente legata alla Fender Stratocaster, gli esordi del nostro sono stati di ben altro segno. Basta citare la famosa frase di Roger Waters dei Pink Floyd per capire: “Non basta possedere una Gibson Les Paul per diventare Eric Clapton”! Da questra citazione capiamo bene come Eric si sia legato, nella fase iniziale della sua carriera, a chitarre diverse. In questo articolo operiamo un’analisi comparata su tre fasi, tutte all’interno degli anni ’60: con gli Yardbirds nel ’64, con i Bluesbreakers nel ’66 e con i Cream nel ’67. Vediamo! 

eric_clapton_the_yardbirds_guitar_rig_1964.jpgYardbrids – 1964

Nel ’64 troviamo davvero un set molto semplice, ed è normale così, più si va indetro nel tempo. Non dilagavano infatti ancora pedali, duplicazione di segnale, stock di amplificatori ammassati. Qui troviamo una semplice Fender Telecaster di inizio anni ’60 e un Vox AC30, amplificatore che in quel momento viveva di una popolarità enorme grazie all’uso fatto dai Beatles (non dimentichiamo l’amicizia tra Clapton e i 4 di Liverpool, con George Harrison in particolare). Piccola nota a cui forse non avevi mai pensato: per noi questi strumenti hanno il sapore del vintage, ma quando venivano usati al tampo erano in realtà nuovi fiammanti, di concezione piuttosto recente, e quindi considerati dagli artisti strumenti ultra moderni!

Bluesbreakers – 1966

eric_clapton_bluesbreakers_guitar_rig_1966.jpg
Ecco che con i Bluesbreakers di John Mayall fanno il loro ingresso alcune interessanti novità. Lasciati alle spalle gli echi rock-beat degli Yardbirds, entra in scena il blues rauco di questa nuova fase. Si apre la stagione marchiata Gibson, rapprensentata dall Les Paul standard e dalla 335 semi-acustica, quindi da due veri cavalli di razza della casa americana. Per quanto concerne l’amplificazione fa invece il suo ingresso il combo jtm 45, successivamente ribattezzato proprio “Bluesbreaker”. Da notare quindi come si scelgano gli USA per le chitarre ma comunque UK per l’amplificazione. Questo all’interno dell’eterna rivalità tra la pulizia degli amp Fender, e il suono “sporco” britannico (rappresentato principalmente da Marshall e Vox). Nell’immagine viene accreditato anche un pedale treble booster, non confermato ufficialmente, che avrebbe avuto la funzione di “spingere” il suono sulle frequenze alte, su determinati assoli o riff.

 

eric_clapton_cream_guitar_rig_1967.jpg

Cream 1967

Sono passati solo 3 anni dai tempi degli Yarbirds, ma a guardare la strumentazione sembra siano passati secoli. Tuttio si ingrandisce, all’insegna della potenza e di un suono più loud. Dal punto di vista delle chitarre Eric rimane comunque mono-marca Gibson. La fidata 335 continua ad essere un punto fermo, mentre la Les Paul lascia qui il posto alla SG “diavoletto” customizzata, e alla Firebird con paletta reverse. Dal punto di vista dell’effettistica fa il suo ingresso il wha-wha della Vox, ben riconoscibile in alcuni grandi classici dei Cream (White Room su tutti) . L’amplificazione rimane Marshall, ma si entra qui nell’era del testata e cassa, con i JMP100, una linea di amp che Jim Marhall progettò per rispondere nello specifico alla crescente richiesta di maggior distorsione, da parte dei chitarristi. Da notare il cavo a “Y”, una soluzione semplice che permette di accedere a due amplificatori contemporaneamente. Un’altra soluzione che Eric e molti altri adottano nel periodo è sicuramente quella di sfruttare gli “input/output” di questi amp: gli ingressi sono infatti contemporaneamente anche uscite, e possono essere sfruttati per molteplici soluzioni di collegamento, tra un amp e l’altro o all’interno dell’amplificatore stesso. Tale specifica tecnica  accomuna questi modelli Marshall con l’AC 30 Vox (se te ne capita uno tra le mani ti consiglio di sperimentare in questo senso, si trovano sonorità davvero sorprendenti!)                                                             

Conclusioni 

Scorrendo tra queste 3 fasi del grande chitarrista Inglese possiamo ritrovare un’evoluzione che scorreva rapidissima. Evoluzione sia dello stesso Clapton, che della tecnologia in generale, nel settore degli strumenti musicali. I costruttori erano disposti a fare di tutto per accontentare le star affermate o nascenti, e questo periodo aureo ha formato indelebilmente il suono del rock, per come lo conosciamo noi. La strumentazione di Eric si sarebbe fatta più complessa e raffinata nei decenni a venire, ma noi lo amiamo già a partire da qui, quando chiedendo a Jim Marshall di progettare il Bluesbreaker, gli chiedeva un amplificatore dotato di tremolo, ma che soprattutto ci stesse per dimensioni nel baule della sua macchina..

(Immagini: www.guitargeek.com) 

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo sui social network per supportarmi e lascia un commento qui sotto!

freccia