GEAR E STRUMENTAZIONE

CHITARRE ACUSTICHE: LA DIMENSIONE DEL “BODY”

di Sofia Savoia

Chiunque si cimenti nella ricerca di una nuova chitarra acustica, o più correttamente folk, si trova davanti ad una miriade di scelte possibili, tra legno della cassa, scala del manico, look estetico e ovviamente fascia di prezzo. Ma uno degli elementi, che insieme al legno, è assolutamente determinante per il suono dello strumento, è la dimensione e la forma del corpo. Quando si pensa alle chitarre acustiche si tende infatti ad identificarle con il diffusissimo modello “dreadnought”, dal corpo piuttosto grande ed ingombrate, tuttavia le dimensioni di una chitarra possono essere le più svariate, e ciascuna di queste ha una notevole influenza sul suono e sul volume.

Le prime chitarre folk ad essere costruite erano in realtà con corpo piccolo, simili nella forma alle chitarre classiche.

Le “small body” sono tutt’oggi apprezzate per la chiarezza e l’enfasi dei toni acuti (anche se, nei modelli con tavola in mogano, il suono sarà tendenzialmente più caldo), mentre i bassi sono meno accentuati proprio in ragione delle dimensioni ridotte. Questo modello è spesso il favorito per chi predilige il fingerpicking e lo si vede frequentemente nelle blues band classiche. Il corpo piccolo è anche utilizzato per le così dette “travel guitars”, ossia chitarre da viaggio, per chi necessita di uno strumento comodo e facile da trasportare.

 

Le chitarre “medium body“, o a corpo medio, hanno più volume rispetto le small body, e un suono più dinamico e bilanciato tra toni gravi e acuti. Sono disponibili in diversi modelli e si adattano ad una grande varietà di generi, per questo possono essere una valida opzione per chi non privilegia uno stile particolare ma ama suonare molti tipi di musica.

Troviamo infine le “large body“, o a corpo grande. Curiosamente, il corpo grande è l’ultimo, in ordine di tempo, ad essere stato utilizzato nelle chitarre folk, ed è tuttavia il più diffuso. Le grandi dimensioni garantiscono infatti un volume notevolmente più alto rispetto le chitarre piccole, con un suono caldo che mette bene in risalto i bassi. Benché vengano normalmente privilegiate per lo strumming, si prestano bene anche al fingerpicking e al flatpicking, e questa versatilità ne ha senza dubbio determinato il grande successo tra i chitarristi. Tra le più celebri troviamo le jdreadnought di casa Martin (la prima ad introdurre questo modello), tra cui la HD28 e la D18, e la J45 di casa Gibson, insieme alle leggendarie Hummingbird e Dove che abbiamo visto imbracciare da una moltitudine di artisti, primo fra tutti Elvis. Sempre di Gibson è la J-200, dalla forma “jumbo” che ricorda un otto. Quest’ultima si presta benissimo al fingerpicking, abbinando fondo e fasce in acero al corpo grande e ottenendo così un tono pulito e profondo al tempo stesso.

Alcuni esempi di classificazione nei marchi principali:

Small body:

Martin: 0, 00

Taylor: Mini, Grand Concert

Gibson: L-00, J-165

Medium body:

Martin: 000, OM, M

Taylor: Grand Symphony, Grand Auditorium

Gibson: J-185

Large body:

Martin: DN (Dreadnought), Jumbo

Taylor: DN (Dreadnought), Jumbo

Gibson; J45, J-200

 

Queste linee guida possono essere un valido supporto per i chitarristi che devono affrontare l’amletico dilemma su quale chitarra faccia al caso proprio. Certo, molti altri fattori sono importantissimi e interagiscono con la forma e le dimensioni del corpo, basti pensare alle infinite combinazioni di diversi legni impiegati per la tavola e per fondo e fasce. Ma, alla fine dei conti, quello che conta è il gusto personale (e le capacità di resistenza fino a quando non si cederà all’ennesimo acquisto).

 

 

 

 

 

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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