GEAR E STRUMENTAZIONE

CHITARRE ACUSTICHE: LA FORMA “DREADNOUGHT”

di Sofia Savoia

Quando si pensa ad una acustica, si fa inevitabilmente riferimento alla grossa, ingombrante, bellissima chitarra dreadnought. Questa chitarra, che sentiamo ogni giorno suonare nei più svariati contesti musicali, ebbe il suo più felice uso prima di tutto nel country e nel bluegrass americano. 

La sua nascita è in effetti piuttosto recente e risale esattamente a cento anni fa, quando era sempre più pressante la necessità di uno strumento che fosse in grado di farsi sentire in una band o su un palco. Troppo spesso infatti le chitarre erano sovrastate dal volume degli altri strumenti, come il piano, il banjo o semplicemente la voce del cantante: le piccole chitarre dell’epoca non potevano assolutamente competere, quanto a volume, con questi sonori rivali, e i fratelli Dopyera dovevano ancora inventare la chitarra resofonica.

Contemporaneamente in casa Martin si tenta di costruire una chitarra con un corpo molto più grande e profondo, curiosamente pensata per la musica hawaiana. Quella che potremmo definire la prima chitarra in stile dreadnought, era infatti uno strumento da suonare sulle ginocchia, con uno slide. La tastiera era piatta e l’attaccatura del manico al dodicesimo tasto, cosa che non la rese gran ché gradita ai chitarristi dell’epoca. Era il 1916. Nessuno di quei modelli portava il nome Martin perché furono realizzati per una azienda chiamata Oliver Dinston, che chiuse di li a pochi anni. Sarebbe potuta sembrare la fine della dreadnought, se non fosse che i liutai Martin apportarono allo strumento iniziale alcune modifiche (con la collaborazione di casa Gibson), e negli anni ’30, finalmente, si ebbe lo strumento quasi uguale a come lo conosciamo oggi: catenatura ad X, attaccatura al quattordicesimo tasto e profondità della cassa perfezionata. I primi modelli, chiamati D-1 e D-2, divennero le iconiche D-18 e D-28 che tutt’oggi sono il fiore all’occhiello del catalogo Martin, con la lettera D ad indicare appunto l’inconfondibile forma dreadnought. Un nome alquanto bizzarro, ispirato da una nave da guerra. Si tratta per l’appunto di un’imbarcazione introdotta dalla Marina Britannica nel 1906, il cui scopo era quello di ridare al Regno Unito il ruolo di dominatore dei mari, riacquistando la gloria di un tempo. Era, per l’epoca, una nave indiscutibilmente grande, imponente e rivoluzionaria. Dotata di ben 10 cannoni, fu la prima corazzata monocalibro ad essere mai costruita. Pur essendo all’avanguardia, la dreadnought-nave non ottenne, a dire il vero, la gloria sperata. Salvo qualche sporadica occasione di rilievo – lo speronamento e il conseguente affondamento di un sottomarino nel 1915 –  cadde velocemente in disuso a causa della sua lentezza che la rendeva vulnerabile ai siluri. Lo stesso non si può dire della dreadnought-chitarra, che dopo qualche tentennamento iniziale, riscosse un sempre maggiore successo e dopo la seconda guerra mondiale è diventata protagonista del panorama musicale acusticoUna delle prime rivali di Martin fu proprio Gibson, che dagli anni ’30 in poi iniziò a introdurre le sue dreadnought più famose, dalla J-45 alla Hummingbird.

 

Per coronare lo straordinario successo di questa chitarra e la sua storia, Martin festeggia quest’anno il centenario della sua nascita con un’edizione speciale, la D-222 100th anniversary, di cui sono stati realizzati solo 100 esemplari. Le specifiche di questo modello vogliono riprodurre le prime dreadnought, anche se in realtà non sono pervenuti tutti i dettagli di quegli strumenti, ormai irreperibili. Troviamo quindi tavola in abete, fondo e fasce in mogano, attaccatura del manico al dodicesimo tasto e tastiera in ebano. Il colore e la finitura sono stati lavorati tentando di riprodurre le tecniche e l’effetto visivo degli strumenti dell’epoca, il tutto per avvicinarsi il più possibile a come apparivano le dreadnought degli albori.

Alla NAMM di Los Angeles di quest’anno è anche stato esposto uno speciale modello che presenta il disegno della HMS Dreadnought, la famosa nave che ispirò il nome.

Benché la nave abbia avuto un successo ben diverso dall’omonima chitarra, Dreadnought è diventato sinonimo di grandezza, potenza e progresso anche in ambito militare. L’ingresso della HMS Dreadnought segnò una tale rivoluzione che tutte le navi costruite precedentemente appartengono a quello che viene chiamato il periodo pre-dreadnought, e nel 1960 il Regno Unito ribattezzò Dreadnought il suo primo sottomarino nucleare.

Noi chitarristi sappiamo bene che il nome fu assolutamente azzeccato.

 

 

 

 

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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