STORIA DELLA MUSICA

10 COSE CHE FORSE NON SAPEVI SUI QUEEN

di Sofia Savoia

 

Cari Guitar-Nauti,

torna la rubrica degli articoli infrasettimanali curati dalla nostra Sofia Savoia. Questa volta si è occupata di una band davvero leggendaria: i Queen. Con la preziosa collaborazione di Andrea Martina del Queen Forever Blog (http://queen4everblog.blogspot.it/) ci svelerà 10 chicche riguardanti Freddie, Brian, Roger e John. Buona lettura!

 

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Dieci cose che forse non sapevi sui Queen

 

I Queen sono uno dei più famosi gruppi rock della storia, celebri per le esplosive esibizioni dal vivo e per il carisma ineguagliabile di Freddie Mecury. Ma i quattro Queen sono stati prima di tutto quattro grandi musicisti, con uno stile inconfondibile che ha segnato tre decadi. Vediamo ora dieci curiosità, alcune note, altre decisamente meno conosciute, che aiutano a capire meglio la storia di una band che ancora oggi riesce a riempire gli stadi.

 

1. Il chitarrista Brian May è famoso per il suo tocco inconfondibile. A rendere unico il suono della sua chitarra tuttavia non è solo il suo talento, ma la chitarra stessa! Chiamata Red Special, è stata costruita da Brian insieme al padre, non potendosi permettere di acquistarne una in negozio. Per tutta la sua carriera ha utilizzato quasi esclusivamente questa chitarra o repliche identiche costruite successivamente, salvo rare eccezioni: lo si è visto imbracciare diverse Fender, una Gibson Flying V e una acustica a 12 corde per suonare nei concerti “Love of my life”.

 

2. I Queen sono una delle poche band in cui tutti i membri storici del gruppo, rimasti insieme per tutta la loro carriera fino alla scomparsa di Freddie Mercury, hanno scritto delle hit. Gli autori più prolifici sono stati Freddie Mercury e Brian May, che tra i brani più famosi vantano “Bohemian Rhapsody” e “Somebody to love” l’uno,  “We will rock you” e “I want it all” l’altro.  Il batterista Roger Taylor, attivo sin dai primi album, scrisse grandi successi soprattutto negli anni ’80 con “Radio Ga Ga” e “A kind of magic”, mentre il bassista John Deacon ha messo la firma su “I want to break free” e “Another one bites the dust”. Quest’ultimo è il singolo più venduto in assoluto dalla band, conquistando nel 1980 anche le radio di musica nera americana.

 

3. John Deacon, che ha studiato ingegneria elettronica, costruì un amplificatore personalizzato per la chitarra di Brian May, che venne chiamato Deacy Amp. Fu utilizzato prevalentemente negli anni ’70 per l’album Queen II.

 

4. Brian May è considerato uno dei più grandi chitarristi rock di tutti i tempi, ma pochi sanno che per comporre musica si affidava spesso ad un pianoforte. Essendo la chitarra il suo strumento principale, le mani finivano per muoversi in automatico, già sapendo dove volevano arrivare. Con il piano invece l’approccio era diverso, rendendo in qualche modo più facile inventare qualcosa di nuovo.

 

5. L’immagine di Freddie Mercury è molto legata ai suoi inconfondibili baffi, che si fece crescere negli anni ’80. Quella che oggi è una delle sue caratteristiche più iconiche, in realtà, non fu affatto apprezzata dai fans dei Queen di quel periodo. Nei primi concerti in cui venne sfoggiato il nuovo look, gli spettatori lanciarono sul palco dei rasoi, senza peraltro convincere Freddie a darci un taglio.

 

6. Brian May è noto per le sue molte abilità: oltre che chitarrista e compositore, è laureato in astrofisica e negli ultimi anni si è impegnato a sostegno di diverse cause animaliste. Curiosamente, il collega e amico Roger Taylor, con cui tutt’ora tiene vivo il nome dei Queen, è un appassionato cacciatore. A tale proposito Brian May ha dichiarato: “Siamo d’accordo nel non essere d’accordo”.

 

7. “The show must go on” una delle più famose canzoni dei Queen, è stata per molto tempo considerata il testamento di Freddie Mercury. Pubblicata nel disco “Innuendo” nel 1991, poco prima che Freddie morisse, si pensò che il testo solenne e struggente rispecchiasse le sensazioni del cantante durante la malattia. Il malinteso fu in parte dovuto al fatto che i Queen scelsero di pubblicare tutte le canzoni dei loro ultimi album semplicemente a nome “Queen”, senza indicare gli effettivi autori del brano. Solo in seguito si scoprì che “The show must go on” fu scritta prevalentemente da Brian May, con l’aiuto in alcune parti di John Deacon e Roger Taylor. Brian May dichiarò che quella canzone fu un modo di esprimere in musica cose che erano difficili da dire a parole.

 

8. “Hot Space”, pubblicato nel 1982, è uno degli album più odiati dai fans dei Queen, per via delle eccessive influenze dance e pop. All’epoca ebbe scarso successo e le canzoni in esso contenute, ad eccezione di “Under Pressure”, cantata insieme a David Bowie, vennero raramente trasmesse. Paradossalmente proprio “Hot Space” influenzò quello che divenne l’album più venduto nella storia della musica: “Thriller” di Michael Jackson, uscito qualche mese dopo.

 

9. La canzone più rappresentativa dei Queen è sicuramente “Bohemian Rhapsody”, da molti considerato il miglior singolo della storia, che fu scritta da Freddie Mercury e divenne simbolo del rock opera, genere musicale tramontato alla fine degli anni ’70. Non tutti sanno che Freddie Mercury dedicò moltissimo tempo per sviluppare questo stile, e già nell’album “Queen II”, uscito l’anno precedente, si può ascoltare quella che potremmo dire la madre di “Bohemian Rhapsody”: “The march of the black queen”.

 

10.  I Queen parteciparono al Live Aid ’85 a Wembley, uno dei più grandi concerti rock della storia. La loro esibizione è considerata la migliore dell’intero evento, tanto che Elton John, che doveva esibirsi dopo di loro, fu tentato di non salire sul palco. Il pubblico non si rese conto che i Queen per primi rimasero stupiti dalla loro performance. Il gruppo infatti stava vivendo un momento di crisi, e fu proprio quel concerto che li convinse a superare le divergenze per tornare a lavorare insieme. 

 

 

Sofia Savoia

 

 

 

 

 

 

 

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

 

 

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