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Caro/a Guitar-Nauta  

Oggi ci addentriamo nel cuore degli strumenti propri dell’insegnante di musica: i materiali didattici, che sono come il bisturi per il chirurgo o il martello per il falegname, veri e propri strumenti di lavoro; la prima domanda da porsi è se ce n’è davvero bisogno e cioé se sia possibile proporre percorsi didattici efficaci senza utilizzare materiale alcuno, passando sono attraverso parole e spiegazioni. Sicuramente è possibile, tutto è possibile, ma questo genere di approccio rischia di avere le gambe corte, e lasciarci senza più argomenti dopo un breve lasso di tempo.

Una cosa che bisogna infatti tener presente è che il lavoro dell’insegnante deve, per forza, essere pensato nel lungo periodo. Ciò che vogliamo è che i nostri studenti rimangano con noi più a lungo possibile. E se dopo qualche mese, o anche dopo un paio di anni gli argomenti vengono a mancare sarà difficile onorare questo obiettivo.
Ed ecco che avere una vasta raccolta di metodi e materiali può sicuramente venirci incontro in questo senso. Anche quando ci sembra di aver detto tutto ad un allievo, possiamo sempre lavorare per espanderne il linguaggio, e a questo non c’è limite. Basti pensare ad esempio a quanti interessanti metodi Blues, Rock o Jazz siano presenti sul mercato, per capire come ci sia sempre un modo per combattere il “non so più cosa far fare nelle lezioni”.

Quindi abbiamo capito che avere una buona collezione di materiali è, semplicemente, utile ed efficace. Analizziamo ora l’origine che possono avere tali materiali.
Ci sono sostanzialmente tre possibilità: l’utilizzo di materiali prodotto da altri, l’utilizzo di materiali prodotto da noi stessi e la combinazione delle due cose. Ora cercherò di spiegare per quale motivo un atteggiamento vincente potrebbe essere proprio il terzo.

Molti insegnanti fanno la scelta “facile” di adottare uno o più testi altrui e seguirli pedissequamente con i propri allievi. Questa scelta, seppur comprensibile, ha delle vistose controindicazioni. Chi ha provato a sperimentare sul campo, sa benissimo che un certo testo potrebbe funzionare per una persona, e non andare bene per un’altra, o farlo solo parzialmente. Questo a prescindere dal livello o dall’argomento del testo e degli allievi. Voglio fare un esermpio pratico. Prendiamo due persone “A” e “B”, entrambi principianti; “A” è una persona fortemente incline allo studio, alla memorizzazione, a ciò che è mentale. “B” è invece una persona in cui il punto di forza è la manualità, ma con delle difficoltà per tutto ciò che è lettura, teoria, studio.

Potremo usare lo stesso identico approccio per A e per B? Evidentemente no
Prendiamo la questione del solfeggio e dello studio ritmico. Personalmente proporrei senza esitazione un approccio del genere ad A, mentre con B userei strategie completamente diverse, che eventualmente non passino dal solfeggio, e nemmeno da ciò che è scritto (un esempio potrebbe essere lo strumento del video).

Tornando dunque all’argomento di questo articolo, è proprio per questi motivi che è importante sviluppare, fin da subito, una serie di materiali e strutture didattiche elaborate da noi, che vadano a rispondere alle varie situazioni esattamente per come ci si presentano, ed utilizzabili nella maniera più elastica possibile.

Un altro motivo che mi ha spinto, nella mia esperienza, a lavorare per sviluppare dei materiali didattici miei, è il fatto che spesso i metodi che si trovano in commercio non hanno il giusto livello di gradualità che servirebbe, o semplicemente partono già da un punto che è “troppo avanti”. Spesso anche i metodi che vengono definiti per principianti partono da un punto di partenza che è troppo avanti, rispetto a ciò che servirebbe. Un caso classico è lo studio dell’ear training dove, dopo aver valutato moltissimi software e metodi, ho deciso di sviluppare uno mio, che partisse davvoro, dall’inizio.
Ma è anche vero che questo genere di lavoro è molto impegnativo, richiede tempo da sottrarre alle nostre lezioni. Se infatti insegnamo per otto ore al giorno sarà difficile trovare il tempo per lavorare su queste cose. Su tali questioni, legate all’organizzazione e razionalizzazione del proprio tempo torneremo eventualmente in un altro articolo.

Come avrai capito è dunque abbastanza indispensabile, almeno inizialmente, fondere i due approcci: cominciare da subito ad elaborare i propri prodotti, ma beneficiare anche di quelli altrui. Tutto questo risponderà alle varie esigenze, di personalizzazione, gradualità e abbondanza dei materiali.
Anche in questo caso l’invito è, anche se l’impresa che ti si para davanti appare insuperabile, a cominciare subito, perchè più rimandi e più questo gap sarà difficile da colmare. Inizia da subito a progettare, elencare, vagliare ed ascoltare, registrare.
Tutto questo finirà all’interno di strumenti che supporteranno il tuo lavoro molto a lungo.

claudio cicolin

Buona chitarra e a presto!

Claudio Cicolin

 

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